Quando si parla di vitamina K2 vs K1, spesso nasce confusione. Entrambe fanno parte della stessa “famiglia”, ma non sono intercambiabili. Sapere le differenze ti aiuta a capire quale può essere più utile nel tuo puzzle di salute quotidiano.

Vitamina K1: da dove arriva e cosa fa

La vitamina K1 è quella che incontriamo più facilmente nella dieta: verdure a foglia verde come spinaci, cavoli, bietole. È preziosa per la coagulazione del sangue, quindi gioca un ruolo fondamentale quando parliamo di cicatrizzazione e prevenzione di sanguinamenti.

Tuttavia, gran parte della K1 assorbita resta nel fegato, concentrandosi proprio sulla coagulazione. Questo significa che l’effetto extra-scheletrico e cardiovascolare è più limitato. È un tassello importante, ma non sufficiente da solo quando l’obiettivo è prevenzione a lungo termine di ossa fragili o arterie rigide.

Vitamina K2: una famiglia più ampia

Con “vitamina K2” si intendono diverse forme (menaquinoni), tra cui la più studiata è proprio la MK-7. A differenza della K1, la K2 tende a distribuirsi meglio nei tessuti extraepatici: ossa, cuore, vasi sanguigni. È qui che fa la differenza, perché contribuisce ad “attivare” proteine che regolano il deposito di calcio.

In parole semplici: aiuta il calcio ad andare nelle ossa e a non accumularsi nelle arterie. È un meccanismo di prevenzione che collega direttamente salute ossea e cardiovascolare.

MK-7: la forma con la marcia in più

Fra le varie forme di K2, la MK-7 spicca per biodisponibilità e durata di azione. Ha un’emivita più lunga rispetto ad altre varianti, il che significa che basta una sola assunzione quotidiana per mantenere livelli stabili.

Questa caratteristica la rende pratica e sostenibile, soprattutto se si cerca un approccio a lungo termine. Non a caso viene spesso associata a vitamina D3 e magnesio, creando una sinergia che sostiene insieme cuore e ossa. (Su questo trovi altri approfondimenti sul tema vitamina D3 e prevenzione cardiovascolare).

K2 vs K1: quando scegliere una, quando l’altra

Non si tratta di stabilire quale sia “migliore”, ma di comprendere il contesto.

  • K1 resta essenziale: basta pensare al ruolo quotidiano nella coagulazione.
  • K2 (MK-7) ha invece un ruolo più ampio, utile quando si vuole lavorare in prevenzione su ossa e apparato cardiovascolare.

Inoltre, alcune persone potrebbero già avere un apporto abbondante di K1 dalla dieta, ma scarso di K2, che si trova in quantità più alte solo in alimenti fermentati (es. natto giapponese, poco comune sulle nostre tavole).

Dubbi comuni sulla vitamina K2 MK-7

Molti si chiedono: se prendo già vitamina D, serve anche la K2? La risposta sta nel concetto di puzzle: ogni tessera ha il suo ruolo. La D3 aumenta l’assorbimento del calcio, la K2 aiuta a indirizzarlo correttamente. Senza, il rischio è di spostare il problema anziché risolverlo.

Altri temono le interazioni con farmaci anticoagulanti. In questo caso serve prudenza: è sempre necessario parlarne col medico prima di iniziare qualsiasi integrazione. La parola chiave resta ascolto del proprio contesto, non soluzioni universali.

Uno sguardo a lungo termine

Scegliere tra vitamina K2 MK-7 vs K1 non significa escludere, ma capire che si integrano a vicenda. Una alimentazione ricca di verdure fornisce la base di K1, mentre la K2 MK-7 diventa quel tassello extra per sostenere ossa e arterie nel tempo, senza fatica e in modo sostenibile.

In questo modo non parliamo di una “moda del momento”, ma di un approccio preventivo che ha senso a lungo termine, specialmente se combinato con altri stili di vita salutari (alimentazione equilibrata, attività fisica, controllo dei parametri di rischio).

Pensaci: quanti altri nutrienti offrono questo doppio ponte tra osso e cuore? Non molti. Ed è qui che la differenza diventa davvero concreta.

La scelta tra K1 e K2 è meno una gara e più una collaborazione. Entrambe servono, ma la K2 MK-7 rappresenta quel tassello aggiuntivo che completa il quadro. Se impari a vedere il tuo benessere come un puzzle da comporre con attenzione, ogni decisione diventa più semplice e senza rigidità.

Ricorda sempre che perché una integrazione possa essere mirata e efficace deve necessariamente essere specifica, per questo motivo può valere la pena rivolgersi a un nutrizionista online.

Un saluto dal tuo Nutrizionista del Cuore!

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Chi ha scritto questo articolo

Dott. Ruben Domenighini

Dietista Nutrizionista

Nutrizionista esperto in prevenzione cardiovascolare, dimagrimento e sport.

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Ruben Domenighini, dietista – Nutrizionista del Cuore

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