La steatosi epatica, comunemente chiamata “fegato grasso”, è una condizione in cui nel fegato si accumula una quantità eccessiva di grasso (principalmente trigliceridi). Può essere legata a sovrappeso, insulino resistenza, alcool, farmaci o, più raramente, a cause genetiche.
Nella maggior parte dei casi è reversibile, ma se trascurata può evolvere verso forme più avanzate come steatoepatite (NASH), fibrosi e, nel lungo periodo, cirrosi.
Come funziona un fegato sano (e cosa cambia nella steatosi)
Il fegato regola il metabolismo dei grassi, degli zuccheri e di molte sostanze indispensabili.
Quando l’apporto calorico è eccessivo o la sensibilità insulinica si riduce, il fegato inizia ad accumulare trigliceridi. Nel tempo questo deposito altera la sua funzione, promuove infiammazione e può interferire con numerosi processi metabolici.
Cause più comuni
La steatosi è spesso il risultato di più fattori che si sommano nel tempo. I principali sono:
- insulino resistenza e sindrome metabolica
- sovrappeso, soprattutto a livello addominale
- consumo regolare di alcol
- alimentazione ricca di zuccheri semplici, bevande zuccherate e calorie in eccesso
- sedentarietà
- alcuni farmaci (solo valutazione medica)
- predisposizione genetica
La forma più diffusa è la NAFLD (steatosi non alcolica), oggi considerata uno dei disturbi metabolici più comuni.
Sintomi e segnali
La steatosi epatica è quasi sempre asintomatica.
Spesso viene scoperta tramite ecografia o esami del sangue (GOT, GPT, GGT).
La progressione non dà segnali chiari fino agli stadi più avanzati, motivo per cui la diagnosi precoce è fondamentale.
Valori e test utili per la diagnosi
- Ecografia epatica: identifica il grado di steatosi.
- Transaminasi (GOT, GPT): possono essere normali anche in presenza di steatosi, ma sono utili nel follow-up.
- GGT: spesso aumentata.
- Indice HOMA-IR e parametri glicemici: valutano l’insulino-resistenza. (qui trovi il tool per calcolarlo!)
- Trigliceridi, HDL e circonferenza vita: aiutano a costruire il quadro metabolico.
Quando necessario, il medico può richiedere esami più specifici o score di fibrosi (FibroScan, FIB-4, NAFLD Fibrosis Score).
Perché è importante intervenire
La steatosi epatica aumenta:
- il rischio di diabete tipo 2
- l’infiammazione sistemica
- il rischio cardiovascolare
- la probabilità di evoluzione verso NASH e fibrosi
È una condizione metabolica a tutti gli effetti. Migliorare il fegato significa migliorare l’intero assetto cardiometabolico.
Alimentazione e stile di vita
La gestione nutrizionale è il cardine del trattamento. Ridurre il grasso nel fegato richiede interventi sostenibili e progressivi. Le leve più efficaci sono:
- migliorare la sensibilità insulinica
- ridurre gli zuccheri semplici e le calorie “vuote”
- aumentare fibre, verdure, legumi e cereali integrali
- privilegiare grassi insaturi (olio EVO, pesce azzurro, frutta secca)
- mantenere un bilancio calorico moderato e stabile
- aumentare il movimento settimanale, anche a intensità moderata
Una perdita di peso del 5–7% può già ridurre la steatosi in modo significativo; oltre il 10% può migliorare anche l’infiammazione.
Quando rivolgersi al medico
La valutazione specialistica è indicata quando:
- gli esami del fegato restano alterati per più di 3–6 mesi
- è presente diabete, obesità significativa o forte familiarità
- l’ecografia mostra una steatosi moderata/severa
- si sospetta una componente alcolica o farmacologica
- emerge il sospetto di NASH o fibrosi
La collaborazione tra medico, nutrizionista e — se necessario — epatologo è la strada più efficace.