L’ipotiroidismo è una condizione in cui la tiroide produce una quantità insufficiente di ormoni tiroidei (T3 e T4). Questi ormoni regolano metabolismo, temperatura corporea, ritmo cardiaco, livelli energetici e molte funzioni cellulari. Quando sono bassi, l’organismo rallenta e compaiono sintomi spesso sfumati e progressivi.
La forma più comune è quella autoimmune (tiroidite di Hashimoto), ma può essere legata anche a cause iatrogene, carenza di iodio o processi infiammatori della ghiandola.

Ormoni tiroidei e funzione metabolica

Tiroide e metabolismo sono strettamente collegati. T3 e T4 influenzano il dispendio energetico, la termoregolazione, la sensibilità all’insulina, il battito cardiaco e la funzione muscolare.
In ipotiroidismo questi processi rallentano, con effetti che possono coinvolgere peso, energia, umore e capacità di concentrazione. Non è raro che i sintomi vengano confusi con stress, stanchezza cronica o semplici variazioni dello stile di vita.

Segni e sintomi più comuni

L’ipotiroidismo è spesso subdolo: si manifesta in modo graduale e può assomigliare a tante altre condizioni. I sintomi variano molto tra una persona e l’altra.
Possono essere presenti: stanchezza persistente, sensibilità al freddo, pelle secca, aumento lieve di peso, rallentamento del battito cardiaco, sonnolenza, irregolarità del ciclo mestruale, umore depresso o difficoltà di concentrazione. Alcune persone notano un cambiamento nella regolarità intestinale o un aumento della ritenzione idrica.

Diagnosi e parametri di laboratorio

La diagnosi è medica e si basa su esami del sangue specifici: TSH, FT4 e, quando necessario, FT3. Il TSH è di solito elevato, mentre FT4 può essere ridotto.
Nei casi di sospetta tiroidite autoimmune si valutano anche anticorpi anti-TPO e anti-Tg.
Valori “borderline” o con TSH nella fascia alta della norma possono richiedere monitoraggio periodico e valutazione complessiva del quadro clinico.

Ipotiroidismo e metabolismo corporeo

L’alterazione ormonale può modificare sensibilità insulinica, profilo lipidico, regolazione dell’appetito e dispendio energetico. Nei casi non trattati o poco controllati può comparire un aumento di LDL, trigliceridi e variazioni nella pressione arteriosa.
Per questo motivo la gestione nutrizionale è importante: non sostituisce la terapia, ma aiuta a mantenere equilibrio metabolico e ridurre eventuali complicanze.

Ruolo dell’alimentazione e dello stile di vita

La terapia farmacologica prescritta dal medico è sempre la base del trattamento. L’alimentazione lavora in parallelo, aiutando a stabilizzare energia, peso e profilo metabolico.
Un’alimentazione regolare e bilanciata, ricca di fibre, vegetali, fonti proteiche di qualità e carboidrati complessi supporta la funzionalità metabolica generale. Può essere utile anche prestare attenzione all’apporto di iodio (solo se indicato), alla gestione degli orari dei pasti rispetto alla terapia e alla moderazione di alimenti che interferiscono con l’assorbimento della levotiroxina (argomento ancora dibattuto).
L’attività fisica costante, adattata ai livelli di energia, aiuta a migliorare tono dell’umore, metabolismo e gestione del peso nel tempo.

Quando rivolgersi al medico

È necessario un consulto medico in caso di sintomi persistenti, stanchezza anomala, variazioni inspiegabili del peso, alterazioni del ciclo mestruale o familiarità importante per patologie tiroidee.
Un monitoraggio periodico dei valori, insieme alla valutazione clinica, permette di impostare correttamente la terapia e ottimizzare i risultati del percorso nutrizionale.

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