L’ipertensione arteriosa è una condizione caratterizzata da valori di pressione sanguigna stabilmente superiori alla norma. Nel tempo può danneggiare arterie, cuore, cervello, reni e altri organi, rappresentando uno dei principali fattori di rischio cardiovascolare. È spesso asintomatica e richiede monitoraggio costante.

Valori della pressione arteriosa

I valori si esprimono come:

  • Pressione Sistolica (PAS): la “massima”, generata dalla contrazione del cuore.
  • Pressione Diastolica (PAD): la “minima”, durante il rilassamento cardiaco.

Linee guida generali (non sostitutive della valutazione clinica):

  • Ottimale: < 120 / 80 mmHg
  • Normale: 120–129 / 80–84 mmHg
  • Normale-alta: 130–139 / 85–89 mmHg
  • Ipertensione grado 1: 140–159 / 90–99 mmHg
  • Ipertensione grado 2: ≥ 160 / 100 mmHg

La diagnosi spetta esclusivamente al medico e deve basarsi su misurazioni ripetute o monitoraggi (Holter pressorio, misurazioni domiciliari).

Perché è importante

Una pressione costantemente alta obbliga il cuore a lavorare di più e danneggia gradualmente le pareti delle arterie. Questo favorisce aterosclerosi, infarto, ictus, insufficienza cardiaca e renale.
L’ipertensione è quindi un “moltiplicatore di rischio”: se coesistono colesterolo alto, sovrappeso o glicemia alterata, il rischio cardiovascolare aumenta in modo esponenziale.

Cause più comuni

Da cosa può dipendere

Le cause sono spesso multifattoriali.
Lo stile di vita ha un peso significativo: un’alimentazione ricca di sale e cibi ultraprocessati, il poco movimento, l’eccesso di peso, l’alcol e lo stress tendono a far salire la pressione.
Esistono poi fattori non modificabili come predisposizione familiare, età e alcune condizioni mediche (renali, endocrine, respiratorie).

Cause modificabili

  • eccesso di sale nella dieta
  • alimentazione povera di fibre e vegetali
  • sovrappeso e obesità
  • sedentarietà
  • consumo regolare di alcol
  • stress cronico
  • apnee notturne
  • fumo di sigaretta

Cause non modificabili

  • predisposizione genetica
  • età
  • componenti endocrine o renali (valutazione medica)

Il ruolo dell’alimentazione

Interventi nutrizionali utili per la gestione pressoria:

  • riduzione del sale aggiunto (target 4–5 g/die o meno)
  • preferire alimenti freschi rispetto agli ultra-processati
  • aumento di potassio tramite frutta, verdura, legumi
  • pattern alimentari ricchi di fibre e poveri di grassi saturi
  • adeguato apporto di acqua durante la giornata
  • limitare l’alcol
  • riduzione di zuccheri semplici e calorico complessivo nei casi di eccesso ponderale
  • controllo del peso: anche -5% può migliorare la pressione
  • distribuzione più regolare dei pasti

L’alimentazione supporta la terapia medica, non la sostituisce.

Stile di vita

  • attività fisica costante (camminate veloci, corsa leggera, ciclismo)
  • riduzione dello stress e miglioramento del sonno
  • abolizione del fumo
  • monitoraggio periodico dei valori domiciliari

Quando rivolgersi al medico

Se le misurazioni domiciliari superano ripetutamente 135/85 mmHg, o se in ambulatorio emergono valori ≥ 140/90 mmHg, è indicata una valutazione clinica.
È essenziale consultare il medico anche in presenza di sintomi come mal di testa improvvisi, disturbi visivi, affanno o palpitazioni.

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