L’insulino resistenza è una condizione in cui le cellule dell’organismo rispondono in modo meno efficace all’insulina. Per compensare questa ridotta sensibilità, il pancreas produce più insulina, mantenendo temporaneamente la glicemia nella norma. Se lo stato di compenso non regge più, aumentano glicemia, trigliceridi e rischio di sviluppare diabete di tipo 2 e altre complicanze metaboliche.

Come funziona l’insulina

L’insulina è un ormone essenziale per la regolazione del metabolismo glucidico e lipidico.
Permette alle cellule di utilizzare il glucosio come fonte di energia e limita la produzione di zuccheri da parte del fegato. Quando la sua azione è ostacolata, l’organismo “alza il volume” producendo più insulina, creando un circolo vizioso che può durare anche anni senza sintomi evidenti.

Segnali e manifestazioni possibili

L’insulino resistenza spesso non dà sintomi specifici. Alcuni segnali possono comunque suggerirne la presenza:

  • stanchezza persistente dopo i pasti
  • fame precoce o forte desiderio di zuccheri
  • aumento del peso, soprattutto addominale
  • difficoltà a perdere peso nonostante il deficit
  • sonnolenza post-prandiale
  • valori alterati di trigliceridi e HDL
  • pressione leggermente elevata

Una manifestazione cutanea frequente è l’acanthosis nigricans, ispessimento e scurimento della pelle in zone come collo e ascelle.

Criteri diagnostici

La diagnosi è medica e si basa su esami del sangue e quadro clinico. Gli indici più utilizzati sono:

HOMA-IR

Calcolato su glicemia e insulina a digiuno. Valori più alti indicano una ridotta sensibilità insulinica.
Strumento correlato: Calcola l’HOMA-IR / Insulino resistenza.

Glucosio a digiuno e curva da carico (OGTT)

Permettono di valutare la risposta glicemica nel tempo.

Profilo lipidico

Trigliceridi alti e HDL bassi sono tipici della resistenza insulinica.

Circonferenza vita e rapporto vita-fianchi

Indicano la presenza di adiposità viscerale, strettamente correlata al rischio cardiometabolico.
Strumento correlato: Calcola il tuo Rapporto Vita/Fianchi.

Perché è importante intervenire

L’insulino resistenza è uno dei pilastri fisiopatologici della sindrome metabolica e aumenta nel tempo il rischio di:

  • diabete di tipo 2
  • steatosi epatica non alcolica (NAFLD)
  • ipertensione
  • dislipidemia (trigliceridi alti, HDL bassi)
  • infiammazione cronica di basso grado
  • eventi cardiovascolari

Intervenire in questa fase permette di invertire la tendenza prima che compaiano complicanze.

Ruolo dell’alimentazione e dello stile di vita

La sensibilità insulinica può migliorare sensibilmente con interventi adeguati.
Approcci validati includono:

  • Riduzione di zuccheri semplici e farine troppo raffinate
  • Aumento di fibre, legumi e verdure
  • Distribuzione dei carboidrati nella giornata in modo più regolare
  • Glicemia più stabile attraverso pasti strutturati
  • Incremento dell’attività fisica (resistenza + aerobica)
  • Riduzione del grasso viscerale con deficit moderato
  • Limitazione dell’alcol
  • Sonno più regolare e gestione dello stress

Questi interventi si integrano con eventuali indicazioni del medico o dello specialista endocrinologo.

Cause più comuni

L’insulino resistenza è multifattoriale. Fattori che contribuiscono sono:

  • predisposizione genetica
  • eccesso di grasso viscerale
  • sedentarietà
  • dieta ipercalorica e ricca di zuccheri
  • stress cronico
  • disturbi del sonno
  • alcune condizioni endocrine (es. PCOS)

Quando rivolgersi al medico

È consigliabile consultare il proprio medico quando:

  • gli indici di laboratorio sono alterati
  • c’è familiarità per diabete o sindrome metabolica
  • sono presenti sintomi persistenti compatibili con resistenza insulinica
  • serve valutare la necessità di terapia farmacologica
  • si sospetta steatosi epatica o altre complicanze

Il percorso nutrizionale può accompagnare efficacemente la gestione clinica, ma non la sostituisce.

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