L’insufficienza cardiaca è una condizione in cui il cuore non riesce a pompare sangue in quantità adeguata rispetto alle richieste dell’organismo. Può svilupparsi in modo progressivo nel tempo oppure manifestarsi più rapidamente in seguito a eventi acuti. Non è una malattia singola, ma la fase finale di molte condizioni cardiache non adeguatamente controllate, come coronaropatie, ipertensione, valvulopatie o cardiomiopatie.

Forme e presentazioni cliniche

Dal punto di vista funzionale può essere caratterizzata da una ridotta capacità di contrazione (scompenso a frazione di eiezione ridotta) oppure da difficoltà di riempimento (scompenso a frazione di eiezione preservata). In entrambi i casi il risultato è una ridotta efficienza circolatoria, con accumulo di liquidi, affaticamento e minore tolleranza allo sforzo.
L’esordio può essere subdolo: piccoli cali di performance, maggiore difficoltà nelle attività quotidiane, sete d’aria in situazioni che prima non creavano problemi. La diagnosi è sempre clinica e strumentale, gestita dal cardiologo.

Sintomi principali

I sintomi variano a seconda della gravità, ma alcuni sono particolarmente indicativi: mancanza di fiato da sforzo o a riposo, gonfiore a caviglie e gambe, aumento di peso improvviso legato alla ritenzione di liquidi, battito irregolare o percezione cardiaca accentuata. Nei quadri più avanzati possono comparire dispnea notturna, ridotta produzione di urine e difficoltà marcate nelle attività quotidiane.
È una condizione che non va mai autogestita: ogni peggioramento o variazione sintomatologica richiede valutazione medica immediata.

Cause più comuni

Le cause possono essere diverse, ma molte condividono un percorso patofisiologico che nel tempo affatica e danneggia il muscolo cardiaco. Tra le più frequenti rientrano:

  • ipertensione non controllata
  • esiti di infarto o malattia coronarica cronica
  • cardiomiopatie genetiche, metaboliche o indotte da farmaci
  • valvulopatie che alterano flussi e pressioni intracardiache

Anche disturbi endocrini, anemia severa, infezioni o aritmie persistenti possono contribuire a precipitare la condizione.

Perché aumenta il rischio clinico

Con un cuore che pompa meno efficacemente, i tessuti ricevono meno ossigeno. L’organismo tenta di compensare aumentando frequenza cardiaca e attivando sistemi ormonali che trattengono liquidi e sodio, peggiorando progressivamente lo stress sul cuore.
Il rischio principale è il peggioramento della funzione cardiaca con riacutizzazioni che richiedono ricovero, oltre alla maggiore predisposizione a eventi aritmici e complicanze renali.

Diagnosi e monitoraggio

La diagnosi richiede valutazione cardiologica, ecocardiogramma, esami del sangue (inclusi BNP/NT-proBNP) e talvolta test da sforzo. Il monitoraggio nel tempo è essenziale per modulare terapie, stile di vita e obiettivi clinici.
L’automonitoraggio del peso corporeo è spesso raccomandato dal medico perché variazioni rapide possono segnalare accumulo di liquidi.

Ruolo dell’alimentazione e dello stile di vita

Il supporto nutrizionale è parte integrante della gestione, ma sempre come complemento alla terapia prescritta. L’obiettivo non è “curare” lo scompenso, bensì aiutare il cuore a lavorare in condizioni più favorevoli riducendo sovraccarichi inutili.
Gli interventi più comuni riguardano un controllo attento del sodio, una gestione adeguata dei liquidi quando indicato, il mantenimento di un peso stabile e un’alimentazione che supporti energia e micronutrienti senza gravare sul carico metabolico.
In alcuni casi, soprattutto quando c’è sarcopenia o perdita di peso non intenzionale, l’approccio nutrizionale deve essere ancora più personalizzato per preservare la massa magra e la funzionalità quotidiana.

Quando rivolgersi al medico

Qualsiasi aumento di dispnea, edema o peso corporeo in pochi giorni richiede una valutazione immediata. Anche palpitazioni nuove, perdita di appetito marcata o riduzione della diuresi non vanno ignorate.
La gestione dell’insufficienza cardiaca è sempre multidisciplinare: il nutrizionista interviene per migliorare stabilità, qualità di vita e tolleranza allo sforzo, ma il piano terapeutico è definito dallo specialista.

Hai bisogno di affiancamento nutrizionale per questa patologia?

SCOPRI I PERCORSI

Hai trovato informazioni utili? Condividile!

Strumenti utili per la salute del cuore