L’ictus ischemico si verifica quando un’arteria cerebrale si ostruisce riducendo o interrompendo l’apporto di sangue a un’area del cervello. La mancanza di ossigeno e nutrienti provoca un danno cellulare che, se non trattato rapidamente, può diventare permanente. È la forma più frequente di ictus e una delle principali cause di disabilità e mortalità nei Paesi occidentali.

Sintomi più comuni

L’esordio è in genere improvviso. Le manifestazioni dipendono dalla zona cerebrale coinvolta, ma alcune sono particolarmente ricorrenti.
Un modo utile per ricordarle è l’approccio FAST (Face, Arms, Speech, Time), anche in ambito divulgativo:

  • debolezza o paralisi di un lato del viso o del corpo
  • difficoltà a parlare o a comprendere le parole

Qualsiasi sintomo neurologico acuto richiede una valutazione tempestiva: ogni minuto perso corrisponde alla perdita di migliaia di cellule nervose.

Perché si verifica

Alla base c’è quasi sempre una riduzione del flusso sanguigno dovuta a un trombo o a un embolo. L’aterosclerosi svolge un ruolo centrale: placche presenti nelle arterie carotidee o in altri distretti possono restringere gradualmente il lume o diventare instabili, favorendo la formazione di coaguli. Anche il cuore può essere fonte di emboli, soprattutto in presenza di fibrillazione atriale o altre condizioni che alterano la normale circolazione.

Fattori di rischio

La probabilità di ictus aumenta quando diversi fattori si sommano nel tempo. I principali riguardano pressione arteriosa, assetto lipidico, glicemia, abitudini di vita e predisposizione individuale. Tra quelli modificabili, ipertensione e dislipidemie hanno il peso maggiore.
Vi sono anche fattori non modificabili, come familiarità, età e alcune varianti genetiche.

Diagnosi e gestione clinica

Il sospetto di ictus richiede accesso immediato al pronto soccorso, dove vengono eseguite TAC o risonanza magnetica per distinguere l’ictus ischemico da quello emorragico. La diagnosi precoce permette di valutare trattamenti specifici come trombolisi o trombectomia, disponibili solo entro finestre temporali precise. Dopo la fase acuta segue un percorso di riabilitazione e prevenzione delle recidive, gestito dal team medico multidisciplinare.

Ruolo dell’alimentazione e dello stile di vita

Le misure nutrizionali non trattano l’ictus in fase acuta, ma hanno un impatto rilevante sulla prevenzione primaria. Intervenire su colesterolo, pressione, glicemia e infiammazione sistemica permette di ridurre significativamente il rischio di eventi cerebrovascolari.

Un approccio efficace prevede un’alimentazione ricca di verdure, frutta, cereali integrali, legumi e pesce, abbinata a un uso regolare di olio extravergine d’oliva. La riduzione di sale, zuccheri semplici, grassi saturi e alcol aiuta a migliorare più parametri contemporaneamente. Anche l’attività fisica costante e il controllo del peso supportano la salute vascolare e il profilo metabolico.

Quando confrontarsi con il medico

Chi ha già avuto un evento ischemico o presenta fattori di rischio multipli dovrebbe essere seguito con controlli periodici. Il medico valuta eventuali terapie farmacologiche per la pressione, la glicemia o il colesterolo; il percorso nutrizionale si integra a queste scelte e aiuta a mantenere i parametri nei range raccomandati nel lungo periodo.

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