Il diabete di tipo 2 è una condizione metabolica caratterizzata da una ridotta sensibilità all’insulina (insulino-resistenza) e da una progressiva difficoltà del pancreas a produrre insulina sufficiente. Il risultato è un aumento cronico della glicemia, che nel tempo può danneggiare diversi organi e apparati.
È la forma di diabete più comune e tende a svilupparsi gradualmente, spesso in associazione a sovrappeso, sedentarietà e familiarità.
Come si sviluppa
In una fase iniziale l’organismo diventa meno sensibile all’insulina: il pancreas prova a compensare producendo più ormone, finché non riesce più a sostenere il carico. A quel punto la glicemia si innalza in modo stabile.
È un processo lungo, silenzioso, spesso anticipato da alterata glicemia a digiuno o da ridotta tolleranza ai carboidrati.
La diagnosi arriva quando i valori superano soglie specifiche stabilite dalle linee guida mediche.
Valori di riferimento utili
Il diabete tipo 2 viene diagnosticato dal medico attraverso parametri chiari:
- Glicemia a digiuno ≥ 126 mg/dL, confermata
- Emoglobina glicata (HbA1c) ≥ 6.5%
- Curva da carico con glicemia a 2h ≥ 200 mg/dL
Valori precedenti a queste soglie indicano condizioni di pre-diabete, anch’esse meritevoli di intervento.
Fattori che influenzano la comparsa
Il quadro nasce dall’interazione fra genetica e stile di vita. Sovrappeso addominale, eccesso calorico, sedentarietà, sonno insufficiente, stress cronico e predisposizione familiare aumentano molto la probabilità di svilupparlo.
Anche l’età gioca un ruolo, così come la presenza di ipertensione, dislipidemia o sindrome metabolica.
Conseguenze sul rischio di salute
Il diabete tipo 2 non controllato aumenta significativamente il rischio cardiovascolare, più ancora se si associano trigliceridi alti, colesterolo LDL elevato e pressione arteriosa sopra i valori raccomandati.
Di seguito: un tool utile per calcolare il rischio cardiovascolare.
Le complicanze più note includono aterosclerosi, neuropatie, retinopatie e danno renale, ma la progressione può essere rallentata in modo efficace con interventi tempestivi.
Il ruolo dell’alimentazione e dello stile di vita
Il trattamento nutrizionale è un pilastro della gestione del diabete tipo 2. Non sostituisce la terapia medica, ma la rafforza e in molti casi permette di migliorare marcatori come glicemia a digiuno, HbA1c, trigliceridi e peso corporeo.
Gli interventi più utili:
- aumentare l’assunzione di alimenti ricchi di fibre
- gestire meglio la distribuzione dei carboidrati nei pasti
- ridurre zuccheri semplici e prodotti ultraprocessati
- costruire pasti più bilanciati (carboidrati + proteine + grassi buoni)
- impostare un ritmo alimentare più stabile
- sostenere la perdita di peso quando indicata
- inserire attività fisica regolare, che migliora direttamente la sensibilità insulinica
In alcuni casi, il medico indica terapie farmacologiche che si integrano alle modifiche dello stile di vita.
Quando rivolgersi al medico
È necessario rivolgersi al medico, diabetologo o al proprio curante quando la glicemia è ripetutamente elevata, in caso di peggioramento di valori già noti, o quando compaiono sintomi come sete intensa, aumento della diuresi, calo di peso non intenzionale o stanchezza marcata.
La diagnosi e il follow-up restano sempre di competenza medica.