La celiachia è una malattia autoimmune cronica in cui l’ingestione di glutine provoca una risposta immunitaria anomala che danneggia la mucosa dell’intestino tenue. L’infiammazione e l’atrofia dei villi intestinali compromettono l’assorbimento dei nutrienti, con conseguenze che possono interessare tutto l’organismo. È una condizione permanente che richiede diagnosi medica e una gestione rigorosa ma sostenibile.

Come si manifesta

La presentazione clinica può variare molto da persona a persona. Nei quadri classici compaiono gonfiore, diarrea ricorrente, perdita di peso, anemia e segni di malassorbimento. In altri casi prevalgono sintomi extra-intestinali come stanchezza marcata, alterazioni cutanee, infertilità o disturbi dell’umore. Alcune persone non presentano sintomi evidenti per anni, rendendo più complessa la diagnosi.

Da cosa dipende

La celiachia nasce dall’interazione di predisposizione genetica (HLA-DQ2/DQ8), glutine e fattori ambientali. L’esposizione al glutine attiva una risposta immunitaria anomala che determina infiammazione cronica e danno della mucosa intestinale. La malattia è autoimmune, non un’allergia né un’intolleranza, ed è diversa dalla sensibilità al glutine non celiaca.

Diagnosi

La diagnosi è sempre medica. Si basa su marcatori sierologici specifici, come gli anticorpi anti-transglutaminasi, e sulla biopsia duodenale tramite endoscopia, che valuta il grado di atrofia dei villi. È fondamentale non eliminare il glutine prima degli esami, per evitare falsi negativi e ritardi diagnostici.

Implicazioni nutrizionali

Il trattamento consiste in una dieta completamente priva di glutine per tutta la vita. Questo permette alla mucosa intestinale di rigenerarsi e riduce il rischio di complicanze a lungo termine. La fase iniziale richiede particolare attenzione per compensare eventuali carenze nutrizionali, come ferro, vitamina D, calcio o folati. La dieta deve essere bilanciata e costruita in modo da evitare restrizioni eccessive, monotonia alimentare e deficit di fibre.

Gestione e trattamento

La gestione quotidiana richiede consapevolezza e una buona educazione alimentare. L’obiettivo non è solo evitare le fonti di glutine ma garantire varietà, adeguato apporto energetico e prevenire ricadute dovute a contaminazioni accidentali. Un supporto nutrizionale può facilitare la personalizzazione della dieta, l’identificazione di prodotti sicuri, la gestione dei pasti fuori casa e il monitoraggio delle carenze nel tempo.

Quando rivolgersi al medico

Sintomi intestinali persistenti, anemia inspiegata, calo ponderale, stanchezza marcata o familiarità con la malattia sono motivi validi per richiedere una valutazione medica. Una diagnosi tempestiva migliora la qualità di vita e riduce il rischio di complicanze come osteoporosi, infertilità e alterazioni neurologiche.

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