L’arteriosclerosi è un processo patologico caratterizzato da un progressivo irrigidimento e ispessimento delle pareti arteriose. Rappresenta una condizione generale che può coinvolgere vari distretti dell’albero arterioso e costituisce il terreno biologico su cui possono svilupparsi forme più specifiche di danno vascolare, come l’aterosclerosi.
Il fenomeno riguarda soprattutto le arterie di medio e grande calibro e comporta una riduzione dell’elasticità del vaso, con conseguenze dirette sulla funzione emodinamica.

Come si sviluppa

Il processo arteriosclerotico è legato alla degenerazione progressiva dei componenti della parete arteriosa, in particolare delle fibre elastiche. Con il tempo queste strutture vengono sostituite da tessuto fibroso più rigido.
L’arteria diventa meno capace di adattarsi alle variazioni pressorie, perdendo la sua funzione di “ammortizzatore” fisiologico durante la sistole. Questo determina un aumento delle resistenze periferiche e un carico emodinamico maggiore per il cuore.

Arteriosclerosi e aterosclerosi: la differenza

Sebbene i due termini vengano spesso usati come sinonimi, indicano fenomeni distinti.
L’arteriosclerosi rappresenta l’irrigidimento generale delle arterie, mentre l’aterosclerosi è una forma specifica caratterizzata dalla formazione di placche lipidiche all’interno della parete vascolare.
L’aterosclerosi può svilupparsi più facilmente in un contesto arteriosclerotico, poiché la parete già compromessa favorisce l’infiltrazione lipidica e la disfunzione endoteliale.

Conseguenze fisiologiche

L’irrigidimento arterioso modifica profondamente la dinamica della pressione sanguigna. Con arterie meno elastiche, l’onda pressoria si propaga con maggior forza, aumentando la pressione sistolica. La diastolica invece può ridursi, accentuando l’ampiezza della pressione differenziale, parametro spesso considerato un indicatore indiretto della rigidità arteriosa.
Questi cambiamenti contribuiscono a un rischio cardiovascolare più elevato, perché espongono sia il cuore sia i distretti vascolari periferici a uno stress meccanico continuo.

Fattori che contribuiscono

Il processo arteriosclerotico è legato all’invecchiamento, ma non rappresenta un fenomeno inevitabile nella sua forma più marcata. Pressione arteriosa elevata, infiammazione cronica, diabete, fumo e sedentarietà accelerano l’irrigidimento delle pareti vascolari.
Anche la presenza di aterosclerosi contribuisce a peggiorare la rigiditĂ  arteriosa, creando un circolo che amplifica il rischio di eventi cardiovascolari.

Impatto sul rischio cardiovascolare

L’arteriosclerosi è considerata un determinante indipendente del rischio cardiovascolare. La rigidità delle arterie aumenta il lavoro del cuore, favorisce la comparsa di ipertrofia ventricolare sinistra e accelera il danno microvascolare a livello renale e cerebrale.
La valutazione clinica del rischio deve sempre considerare la rigidità arteriosa come parte del quadro complessivo, poiché un’arteria meno elastica è più vulnerabile agli aumenti di pressione e ai fenomeni aterosclerotici sovrapposti.

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