Il gonfiore addominale dà fastidio, toglie energie e spesso confonde: un giorno sembra “solo aria”, il giorno dopo pare un problema serio. Diciamolo chiaro: la pancia non si gonfia per cattiveria. Dietro ci sono cause precise (più o meno banali), segnali da ascoltare e rimedi concreti. Qui li mettiamo in ordine, con un approccio semplice, sostenibile e basato su evidenze—senza promesse miracolose.
Cause del gonfiore addominale (le più comuni)
- Fermentazione dei carboidrati “FODMAP” (lattosio, fruttani, polioli, ecc.): in chi è sensibile possono generare gas e distensione.
- Alterazioni del transito: stipsi (ristagno e fermentazione), ma anche irregolarità da intestino irritabile (IBS).
- Intolleranze/ipersensibilità: lattosio, fruttosio; talvolta SIBO (crescita batterica del tenue) o celiachia.
- Dieta e abitudini: pasti abbondanti e rapidi, scarsa masticazione, bibite gassate, alcol, gomma da masticare, dolcificanti polioli (sorbitolo, mannitolo).
- Fattori ormonali e stress: fase premestruale, menopausa, asse intestino-cervello (ansia, ipervigilanza sui sintomi).
- Disbiosi e ipersensibilità viscerale: aumentata percezione della distensione (tipico delle forme funzionali). Roma IV riconosce il “functional abdominal bloating/distension” come quadro a sé.
Gonfiore dopo i pasti: cosa significa
Di solito è un mix di volume del pasto, aria ingerita (mangi in fretta) e FODMAP mal tollerati (es. cipolla/aglio, alcuni legumi, alcuni latticini, alcuni tipi di frutta). un diario alimentare ben compilato può aiutare a incastrare i tasselli del puzzle.
Gonfiore addominale continuo
Se è costante o in peggioramento, valuta con il medico: serve capire se c’è stipsi cronica, IBS, SIBO, celiachia o—più raramente—altro.
intomi e segnali da non ignorare (“quando preoccuparsi”)
Rivolgiti al medico senza aspettare se il gonfiore si associa a:
calo di peso non intenzionale, sangue nelle feci, anemia, febbre, dolore forte, massa addominale, cambiamento recente dell’alvo >50 anni, familiarità per tumore del colon. In presenza di red flags, si fa percorso medico prioritario (non “rimedi naturali”).
Esami utili (se indicati dal medico)
- Emocromo, ferritina, PCR (infiammatori), TSH (se sospetta componente tiroidea), celiachia (anti-tTG IgA + IgA totali).
- Calprotectina fecale: aiuta a distinguere IBS (di solito normale) da malattie infiammatorie intestinali (spesso elevata). Non sostituisce il giudizio clinico e non si usa quando ci sono “red flags”.
- Breath test lattosio/fruttosio o valutazione per SIBO (quando ha senso, non “a tappeto”).
- Altri accertamenti se il quadro lo richiede (valutazione specialistica).

Rimedi efficaci contro il gonfiore (in ordine di buon senso)
1) Alimentazione: partire dal contesto, non dai divieti
- Porzioni e ritmo: riduci i pasti-“mattone”, mastica di più, evita bibite gassate e alcol ai pasti.
- FODMAP sotto controllo (approccio low-FODMAP): protocollo in 3 fasi:
- Eliminazione breve (2–6 settimane);
- Reintroduzione guidata per capire le soglie personali;
- Personalizzazione a lungo termine (non è una dieta per la vita). Meglio con un dietista formato.
- Fibre giuste: più solubili (es. psyllium) se c’è stipsi; prudenza con le insolubili se peggiorano i sintomi.
- Attenzione ai polioli (chewing gum “senza zucchero”, barrette, alcune frutte) e agli alimenti notoriamente fermentabili (es. aglio, cipolla) se sei sensibile.
2) Stile di vita: piccoli cambi che contano
- Camminata quotidiana e attività leggera: favoriscono il transito.
- Gestione dello stress: respirazione diaframmatica/4-7-8, sonno regolare.
- Routine del bagno: tempi e postura (panca per i piedi) aiutano nei casi di stipsi.
3) Fitoterapia e supporti con evidenza (se appropriati)
- Olio di menta piperita (capsule gastro-resistenti) può ridurre dolore e gonfiore nell’IBS. Valuta con medico/farmacista (interazioni, reflusso, gravidanza).
- Probiotici: efficacia ceppo-specifica e non garantita; prova ragionata e temporizzata, poi si valuta l’effetto.
- Simeticone: può aiutare la sensazione di “troppa aria” in alcuni casi; parlane con il farmacista.
Nota onesta: “tisane e carminativi” (finocchio, camomilla, zenzero) possono dare sollievo a qualcuno, ma l’effetto è modesto. Funzionano meglio come abitudine rilassante post-pasto che come “cura”.
Il mio metodo (in pratica)
- Ascolto vero e diario di 10–14 giorni (cibo-sintomi-contesto).
- Check dei “tasselli”: porzioni, tempi, bevande, fibre, stress, sonno.
- Intervento minimo efficace: prima correzioni semplici; se non basta, low-FODMAP breve con reintroduzione guidata.
- Follow-up: si mantengono solo le modifiche che funzionano senza fatica, per risultati a lungo termine.
Se hai dubbi sul tuo caso (sintomi continui, stipsi ostinata, timing col ciclo, sospetta intolleranza), lavoriamo su un piano personalizzato e sostenibile: niente diete eterne, solo modifiche mirate al tuo contesto.
Un saluto dal tuo Nutrizionista del Cuore!